di Roberto Landini
Presspool: È corretto pensare che esistano più livelli di RP da mettere in gioco in modo proporzionale al budget e all’importanza dell’evento?
Francesco Donato: “Certo. Le condizioni del grande mercato della produzione televisiva sono oggi molto cambiate. Se ci concentriamo solo sulla RP, in genere si concorda che la declinazione del prodotto avviene su due profili diversi: la “remote light”, che di solito si ferma all’impiego di massimo una, due, o tre telecamere gestite a distanza dal Remote Operation Center, e la “remote pesante” che arriva a gestire fino a 5-8 telecamere e che spesso richiede allo stadio anche un mezzo mobile”.
PP: Nel caso della remote production “leggera” il mezzo mobile di produzione può sempre rimanere “a casa”?
F.D.: “Nella produzione televisiva, le condizioni di mercato sono cambiate e i margini sono decisamente ridotti. Con la configurazione “remote heavy setup”, l’unità di ripresa deve recarsi “on venue” e quindi i costi sono maggiori, mentre la configurazione “remote light setup” richiede un impegno minore di risorse e, se il piano editoriale viene pensato per adattarsi alla tecnica in campo, allora è certamente possibile riportare il margine operativo entro limiti che giustificano l’attività. Il vantaggio della soluzione “light” consiste soprattutto nell’”efficientamento” dei processi di produzione e creazione poiché consente di ottenere uniformità di prodotto in termini di qualità e narrativa. È chiaro che la presenza e la supervisione del team editoriale presso il “remote center” consente all’editore di avere un controllo preciso e puntuale di tutta la filiera, dalla cattura alla consegna del prodotto, anche multi-piattaforma".
PP: Quali sono in generale i motivi per cui si è affacciata al mercato la RP? E i reali vantaggi?
F.D.: “Molti pensano che la Remote Production nasca solo per una ottimizzazione dei costi in risposta alla contrazione del mercato e degli investimenti e per le esigenze di distanziamento create dalla pandemia. Per noi che la impieghiamo già da oltre 5 anni, non è così e il ricorso a queste recenti tecniche di produzione a distanza equivale soprattutto a poter realizzare migliori flussi di produzione, sia lineari e sia on demand, per ottenere un confezionamento del prodotto completo e declinabile su “output” diversi come oggi richiesto da mercati digital i quali sono oramai consolidati e non più considerabili come nuovo mercato”.
PP: Quali sono i mercati dell’audiovisivo che sono interessati di più alla vostra Remote Production?
F.D.: "Le nostre soluzioni per la realizzazione e pubblicazione di eventi sportivi, ma non solo, seguono le richieste dei clienti. Per il momento ci siamo consolidati come leader nei segmenti di mercato minori, ma abbiamo anche soluzioni che permettono di esportare il concetto di realizzazione remota per mercati Top. Certamente, in questi ultimi anni, abbiamo, con gratificazione, presidiato e raggiunto una posizione di riferimento nel mercato delle produzioni remote e crediamo che, con la nostra attività e la fiducia dei broadcaster, siamo riusciti a consentire la fruizione di discipline sportive che altrimenti non avrebbe avuto la presenza e visibilità che oggi è consolidata. Poi un settore molto in crescita è il mercato “corporate” e dove è necessario gestire più eventi istituzionali; e questo vale per tutti i settori, dalla moda alle banche a tutti i mercati in generale, per coprire le richieste di “efficientamento” della comunicazione B2B ma anche B2C".
PP: È vero che la Remote Production permette di elevare il livello di efficienza?
F.D.: “Non è così semplice: produrre tanti eventi non sempre equivale ad essere efficienti. In realtà il punto è capire che l’efficienza si realizza solo quando si ha la possibilità di rendere massimo l’utilizzo delle soluzioni di produzione. Detto diversamente, potremmo affermare che maggiore è l’investimento e maggiori sono i costi ma se tale costo è spalmato in modo più puntuale e non solo – come avviene spesso - durante l’arco tipico della realizzazione degli eventi, ossia durante il weekend, ma anche durante la settimana, allora si ottiene la grande efficienza di cui tutti parlano (e così auspicata). Altro discorso va fatto invece per la produzione cloud-based dove invece si ha la possibilità di attivare e disattivare le istanze di processo, ma di questo parleremo in altra sede”.
PP: Al momento come è organizzata la linea di Produzione Remota e che capacità di gestione ha EMG Italy?
F.D.: “Nel caso di EMG Italy abbiamo 26 linee di produzione che coprono il “traffico” generato in due o tre giorni. Questa grande contemporaneità ci costringe a usare un elevato numero di risorse tecniche ed umane. Il nostro Remote Production Center oggi è in grado di seguire la produzione di circa 2000 eventi all’anno solo per lo sport. La capacità di gestione di incontri contemporanei arriva a fino 32 eventi e le produzioni sono normalmente versioni “light” realizzate con monocamera, bi-camera e tri-camera. Come precedentemente affermato siamo in grado di effettuare la consegna dei contenuti sia lineari tipicamente televisivi, sia digitali e vod”.
PP: Quindi è corretto pensare che sia soprattutto il calendario eventi a determinare o meno l’efficienza o meno di tutto il sistema?
F.D.: “Il calendario degli eventi sportivi è determinante, ma va detto che la programmazione degli eventi è pensata per catturare la presenza e la disponibilità del pubblico che ha chiaramente abitudini diverse, che spesso non collimano con la nostra ricerca della efficienza”.
PP: Quali altri vantaggi possono essere individuati fin da subito nella Remote Production?
F.D.: “La remote permette migliori flussi di produzione e, soprattutto, la delivery dei contenuti sia lineari sia OTT e on demand immediati. I broadcaster tradizionali mantengono le posizioni ma a questi si sono affiancati i broadcaster delle piattaforme digitali che hanno altre esigenze, molto diverse in termini di pubblicazione. Dal centro di produzione riusciamo ad alimentare le nuove piattaforme in modo adeguato, cosa che dal campo di gioco non potremmo fare. La grande differenza della remote production rispetto alla produzione tradizionale in realtà è nel confezionamento del prodotto, perché con essa riusciamo a confezionare i contenuti e distribuirli come prima non si poteva fare”.
PP: La Remote Production diventa quindi determinante nella distribuzione di contenuti digitali su piattaforme OTT e VOD?
F.D.: “In effetti la grande differenza è proprio questa, ossia che la declinazione del prodotto è piuttosto diversa: dal lineare al VOD è proprio solo la remote production a permettere di gestire queste lavorazioni che altrimenti sul campo, in un regime di produzione frammentato come quello tradizionale, non si potrebbe realizzare. Per quanto riguarda EMG Italy, i fattori che influenzano in modo determinante una scelta piuttosto che un’altra riguardano prima di tutto la comprensione delle condizioni in cui è richiesto realizzare le attività. Oltre tutto, essendo cambiata la destinazione del prodotto televisivo, passare alle procedure remote è fortemente raccomandato per poter consegnare prodotti Digital (OTT e VOD)”.
Per EMG Italy la remote production è soprattutto un modo di massimizzare l’utilizzo delle risorse a fronte di un beneficio diffuso e realizzare servizi e prodotti precedentemente non economicamente veicolabili al pubblico.
©2022 EMG Italy – robertolandini presspool pressoffice
Hai domande o hai bisogno di informazioni? Inserisci i tuoi dati e ti contatteremo al più presto!
"*" indica i campi obbligatori